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“IN TUTTO C’È STATA BELLEZZA” DI MANUEL VILAS

I commenti del Let’s Book Club

Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “In tutto c’è stata bellezza”

La copertina di "In tutto c'è stata bellezza" di Manuel Vilas (Guanda)

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“Non è un romanzo nel senso stretto del termine, non è un’autobiografia perché sicuramente contiene qualche parte romanzata e adattata alle esigenze del prodotto finale, sicuramente è un libro che si lascia leggere con trasporto e con gusto, pieno di frasi che restano dentro, a partite dal titolo, che può essere adattato a qualsiasi persona e a qualsiasi situazione. Tanto per fare un esempio: ‘La morte di un rapporto è in realtà la morte di un linguaggio segreto. Un rapporto che muore dà origine a una lingua morta. L’ha detto lo scrittore Jordi Carriòn in un post su facebook: ‘Due persone, quando si innamorano e si frequentano e convivono e si amano, creano un idioma che appartiene soltanto a loro. Quell’idioma privato, pieno di neologismi, inflessioni, campi semantici e sottintesi, ha solamente due parlanti. Comincia a morire quando si separano. Muore del tutto quando i due incontrano nuovi partner, inventano nuovi linguaggi, superano il lutto che sopravvive a ogni morte. Sono milioni, le lingue morte’.’ Un capoverso che fa riflettere e che invita a fare una pausa, a chiudere un attimo il libro e a pensare se si sia d’accordo o meno con quello che viene detto.
La base di partenza per Manuel Vilas è però il rapporto con i genitori. In particolare, la differenza enorme tra quando i genitori sono in vita e quando invece non ci sono più. È proprio questo secondo momento quello in cui la figura paterna e la figura materna in certi casi si caricano di meriti che non sempre sono reali, divenendo figure mitiche a tutti gli effetti: diventano più belli, più bravi e più intelligenti, o forse era solo prima che non li si vedeva in quel modo per via dell’autorità genitoriale che esercitavano. Il protagonista, invece, è un uomo che trova nella scrittura tutta la sua realizzazione, dopo un matrimonio fallito e con due figli che lo vanno a trovare ogni tanto.
Il messaggio positivo è che, nonostante la solitudine e un certo senso si fallimento, il Vilas della narrazione almeno riesce a uscire dai problemi di alcolismo e a ritagliarsi un posto dignitoso nel mondo della cultura spagnola.”
Enzo Palladini nel gruppo facebook (24 agosto 2020)

“Un cammino verso le proprie radici familiari con la Spagna anni Sessanta e Settanta sullo sfondo. Magico. Toccante.”
@chopin2111 su twitter (14 marzo 2019)

In tutto c’è stata bellezza

Autore: Manuel Vilas
Titolo originale: Ordesa
Traduttore: Bruno Arpaia
Editore: Guanda
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Narratori della Fenice
Anno edizione: 2019
Pagine: 416

Cosa scrive l’editore

“Ci farebbe bene scrivere delle nostre famiglie, senza nessuna finzione, senza romanzare. Solo raccontando ciò che è successo, o ciò che crediamo sia successo.” Animato da questa convinzione, Manuel Vilas intreccia con una voce coraggiosa, disincantata, a tratti poetica, il racconto intimo di una vita sullo sfondo degli ultimi decenni di storia spagnola.

Allo stesso tempo figlio e padre, Vilas celebra la presenza costante e sotterranea di chi non c’è più, il passato che riemerge a fatica dai ricordi, la lotta per la sopravvivenza che lega indissolubilmente le generazioni.

Una narrazione che sottolinea l’umana fragilità, le inevitabili sconfitte, ma anche la nostra forza unica, l’inesauribile capacità di rialzarci e andare avanti, persino quando tutto sembra essere crollato. Perché i legami con la famiglia, con chi ci ha amato, continuano a sostenerci e a definirci, anche quando sono apparentemente allentati o interrotti. E proprio quei legami ci permettono di vedere, a distanza di tempo, che in tutto c’è stata bellezza: in molti gesti quotidiani e anche nelle parole non dette, nell’affetto trattenuto, inconfessato, a cui non possiamo fare a meno di credere e di aggrapparci.

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