I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Il cane di terracotta”

“Questo secondo romanzo della serie del Commissario Montalbano non mi ha entusiasmato come il primo, mi ha dato l’impressione della confusione. Mio pensiero strettamente personale, che, per essere fugato, necessita di leggere il prossimo capitolo!”
@stefanogle su twitter (16 febbraio 2019)
Il cane di terracotta
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio Editore
Genere: Gialli & Noir
Collana: La Memoria
Anno edizione: 1996
Pagine: 288
Cosa scrive l’editore
In coda a un delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta.
Il solito delitto di mafia, misterioso e intricato, a Vigàta, cittadina fantastica e metaforica in terra di Sicilia, dove Camilleri ambienta il suo secondo romanzo giallo, con protagonista il commissario Montalbano.
Occhio e intelletto di giustizia, Montalbano risolve le sue inchieste, si direbbe, per affinità ambientale: è così perfettamente siciliano che ogni indizio per lui si trasforma in univoco messaggio di un codice conosciuto, da decrittare simbolo per simbolo, come una lingua arcaica che continua a parlare in forme nuove.
Ma stavolta, in coda al delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Un omicidio di cinquant’anni prima. E Montalbano indaga, con l’aiuto di una compagnia volenterosa di vecchietti: “Un’indagine in pantofole, in case d’altri tempi, davanti a una tazza di caffè”.
La Sicilia è terra che da sempre si presta al genere giallo e poliziesco, cui fornisce il suo teatro di contrasti e di arcaismi. Camilleri, però, del giallo siciliano è, in senso proprio, un innovatore. Una grazia particolare di raccontatore, una lingua che si modula senza sforzo e fastidi sul dialetto, una potenza di comicità, ma soprattutto vi aggiunge l’intuizione completa dei nuovi scenari, quel miscuglio di culture millenarie con ciò che i sociologi denominano “modernizzazione senza sviluppo”.
Il cane di terracotta è il secondo dei romanzi della serie del Commissario Montalbano, inaugurata da La Forma dell’acqua (1994), cui sono seguiti Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L’odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d’agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L’età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010), Il sorriso di Angelica (2010), Il gioco degli specchi (2011), Una lama di luce (2012), Una voce di notte (2012), Un covo di vipere (2013), La piramide di fango (2014), La giostra degli scambi (2015), L’altro capo del filo (2016), La rete di protezione (2017), Il metodo Catalanotti (2018), Il cuoco dell’Alcyon (2019), Riccardino (2020).
[…] serie del Commissario Montalbano, inaugurata da La Forma dell’acqua (1994), cui sono seguiti Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), […]