I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Un figlio”
“Sono stata travolta da questo libro, l’ho letto tutto d’un fiato, e mi ha molto emozionato. Ha toccato la mia anima. Nonostante la drammaticità che si percepisce, non è un libro triste, è piuttosto un inno alla rinascita, alla speranza. Lo consiglio.”
@GiovannaChiaese su twitter (27 gennaio 2019)
Un figlio
Autore: Alejandro Palomas
Titolo originale: Un hijo
Traduttore: Alessio Arena
Editore: Neri Pozza
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: I Narratori delle Tavole
Anno edizione: 2016
Pagine: 192
Cosa scrive l’editore
Guille non ha niente in comune con i suoi compagni di quarta elementare: è taciturno, non ama il calcio e ha sempre la testa tra le nuvole. Sarà perché non si è ancora ambientato nella nuova scuola, dice suo padre, Manuel Antúnez, quando la maestra Sonia lo convoca d’urgenza in aula docenti.
Sonia, però, scuote la testa. Quella mattina, prima dell’intervallo, ha chiesto agli alunni che cosa avrebbero voluto fare da grandi. C’è chi ha risposto il veterinario, chi Beyoncé, chi ancora l’astronauta, Rafael Nadal o la vincitrice di “The Voice”. Guille ha risposto… Mary Poppins. E ha anche motivato la sua scelta: vuole essere Mary Poppins perché è una signora simpatica che sa volare, ama gli animali e, quando non lavora, può nuotare nel mare insieme ai pesci e ai polipi.
Sonia consiglia a Manuel di affiancare al bambino una psicologa scolastica che lo aiuti ad aprirsi con i compagni e a non rifugiarsi in un mondo immaginario e strampalato, e il padre si dice d’accordo.
Nessuno dei due adulti ha, però, intuito il vero motivo della risposta di Guille. Avere i poteri magici di Mary Poppins significa per il bambino risolvere d’incanto tutti i suoi problemi. Gli basterebbe, infatti, cantare Supercalifragilistichespiralidoso e sua madre tornerebbe a casa, suo padre smetterebbe di passare le sere a piangere e la sua amica Nazia non sarebbe costretta ad andare in Pakistan a sposare un signore anziano che neppure conosce…
Guille è stufo che tutto il mondo continui a ripetergli che è soltanto un bambino e che i bambini non possono capire certe cose. Lui, invece, le capisce benissimo. Sa perfettamente che suo padre lo mette a letto e poi va a rimestare in una vecchia scatola nascosta sull’ultimo ripiano dell’armadio. Sa, soprattutto, che è un vero mistero che sua madre sia andata a lavorare a Dubai come hostess di volo e non sia ancora tornata…
Con la sua prosa lieve, Alejandro Palomas – “un ritrattista dell’animo umano, uno degli scrittori più amati e promettenti della nostra letteratura” (Culturamas) – regala ai lettori una favola tenera e profonda che riflette sulla distanza emotiva che un dolore improvviso può instaurare tra un padre e un figlio. Un romanzo pieno di grazia e di speranza che parla al cuore di chi non vuole smettere di credere ai propri sogni.
Libro vincitore del Premio Joaquim Ruyra 2014