I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo”

“[…] Non avevo mai letto un testo così particolare. L’autore si destreggia in maniera abile e decisa tra le vicende dei protagonisti, vicende che s’intrecciano, si sfiorano, si guardano da lontano senza completarsi mai del tutto. Roland Schimmelpfenning […] ha portato molto del teatro in queste pagine: la percezione che si avverte è quella del sipario che cala e si rialza su scene di vita drammatica e comune. Perché è di questo che si tratta: vite comuni e strazianti di personaggi portati su un palco immaginario, accomunati da una tremenda isteria. Quale? Il lupo. […] Io l’ho ritenuto il vero protagonista del racconto […] I capitoli brevi, le frasi ‘rapide’, il chiamare alcuni protagonisti con appellativi generici (la mamma di, il padre di…) sono elementi che […] mi hanno costretta a non distrarmi per non perdere le fila della vicenda.
[…] Un libro che ti sconvolge per la tremenda solitudine dei protagonisti, per la costante ricerca, metafora della vita, di un briciolo di qualcosa che non si sa cosa sia. Un testo geniale, profondo, assolutamente da avere.”
@tutti_i_libri_di_una_bionda su instagram (11 febbraio 2019)
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo
Autore: Roland Schimmelpfennig
Titolo originale: An einem klaren, eiskalten Januarmorgen zu Beginn des 21. Jahrhunderts
Traduttore: Stefano Iorio
Editore: Fazi Editore
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Le Strade
Anno edizione: 2019
Pagine: 230
Cosa scrive l’editore
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo un lupo attraversa il confine polacco-tedesco e si dirige verso Berlino. Un manovale polacco bloccato in autostrada a causa di un incidente lo vede e lo fotografa. La sua compagna fa pubblicare la foto.
Negli stessi giorni due adolescenti scappano di casa e dalla provincia brandeburghese si mettono in viaggio per raggiungere la capitale, dove sperano di rintracciare un amico; un padre alcolista esce dalla clinica e si mette sulle tracce dei due ragazzi; una madre depressa torna nei luoghi della sua radiosa gioventù; un losco cileno proprietario di un locale tinteggiato di nero ospita i due ragazzini…
E mentre la città, coperta di neve, s’impregna di un misto di paura e attrazione verso il lupo e crede di avvistarlo in ogni angolo, l’animale si nasconde, si sottrae, per poi apparire dove nessuno se lo aspetta.
Una silenziosa parabola del cercare, del morire, del bere, del perdersi e del ritrovarsi segna il debutto narrativo del drammaturgo tedesco più tradotto al mondo.
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo è una fiaba metropolitana ambientata sul palcoscenico minimalista della Berlino dei nostri giorni: Schimmelpfennig posiziona i riflettori in modo da illuminare di volta in volta un solo angolo della scena, mostrandoci personaggi incapaci di uscire dalla solitudine del loro cono di luce; sullo sfondo, i fantasmi della DDR incontrano i mostri della gentrificazione.